L'urlo di chi non sa più parlare dei
fatti concreti è ormai diventato
insopportabile.
L'avversario politico non si contesta
più: lo si demolisce.
Il dibattito sui quotidiani, sui media
e sopratutto sui social network , ormai da tempo, è sconcertante
Considerare l'insulto come la forma più genuina di
democrazia, ed etichettare come pavido chi cerca di essere ragionevole, non è
solo irritante: sta diventando rischioso.
Se il capo di un movimento, il
segretario di un partito e giornalisti usano l'anatema come normale mezzo di
discussione, molti si sentiranno autorizzati a fare altrettanto.
Noi di SEL da tempo abbiamo denunciato
questa situazione incresciosa in tutte le sedi possibili.
Lo abbiamo fatto quasi sempre in
solitaria nuotando controcorrente in un fiume di insulti e di turpiloqui nei
confronti di tutti coloro i quali non condividono il pensiero del Sindaco e
della sua Amministrazione.
Per fortuna, dopo un lungo silenzio
assenso, si è svegliato anche il coordinatore del PDL Michele Chiaromonte che,
in un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 30 Luglio ha affermato:
“...la politica non si fonda sulle offese e sulla denigrazione dell'avversario,
ma sul confronto dialettico, anche aspro, ma civile. In un contesto democratico
l'avversario non va confuso con il nemico, occorre, invece, far ricorso alla
forza delle idee messe al servizio della collettività, aprendosi al confronto
con tutte le forze politiche sui temi di scottante attualità, a cominciare
dalla situazione finanziaria”.
Bravo Chiaromonte hai espresso, sia
pur tardivamente, ciò che noi abbiamo sempre pensato e detto.
Ci affidiamo a te per rimettere sulla
buona strada i tuoi compagni di partito e gli amministratori del PDL affinchè
si possa cambiare rotta ed occuparsi, dentro e fuori il consiglio
comunale, dei seri problemi della nostra
comunità attraverso un confronto sereno e leale nel rispetto delle posizioni
che ogni parte politica esprime.
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